Missa de beata Virgine et alia carmina
Josquin Desprez Kyrie (dalla Missa “de beata Virgine”)
(1440-1521)
Antoine Brumel Sicut lilium
(ca 1460-?1512/13)
Josquin Desprez Gloria (dalla Missa “de beata Virgine”)
Gaspar van Weerbecke Anima mea liquefacta est
(1445?-1516?)
Josquin Desprez Credo (dalla Missa “de beata Virgine”)
Heinrich Isaac Rogamus te
(1450ca-1517)
Josquin Desprez Sanctus (dalla Missa “de beata Virgine”)
Ninot le Petit Psallite noe
(?- ca 1502)
Josquin Desprez Agnus Dei (dalla Missa “de beata Virgine”)
Alessandro Coppini Hodie nobis caelorum rex
(ca 1465-1527)
L’Homme Armé
direttore
Fabio Lombardo
La Missa de beata Virgine è una delle ultime, tra le quasi venti rimaste, composte dal franco-fiammingo Josquin Desprez, che, come è noto, è considerato uno dei più importanti compositori non solo del rinascimento ma di tutti i tempi. Pubblicata la prima volta dall’editore Petrucci nel 1514, a giudicare dalla quantità delle edizioni e delle copie manoscritte rimaste sembra che questa messa sia stata una delle più famose per gran parte del Cinquecento, forse per il particolare equilibrio tra la fluidità melodica e l’elaborazione contrappuntistica. La messa parafrasa (da cui la definizione di questa tipologia di messe come messa-parafrasi) le melodie gregoriane della messa Cum jubilo, un ciclo dell’ordinarium missae destinato al culto mariano. Contrariamente al contesto liturgico orgininale, che includeva anche le parti del proprium e che rappresentava un coacervo di stili musicali accumulati nella liturgia nel corso di molti secoli, la messa viene qui presentata in forma di concerto intercalata da brani di altri autori in qualche modo contemporanei di Josquin, ma probabilmente meno noti. I brani di Brumel, Weerbeke, Ninot le Petit, Coppini e Isaac, il musico più strettamente legato a Lorenzo il Magnifico e alla famiglia Medici, hanno attinenze varie con l’ambiente fiorentino tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.
Questa alternanza mostra stili musicali legati ad ambienti simili, stili e autori che in qualche caso la storiografia tende a liquidare genericamente come minori. Ma questi accostamenti intendono anche evidenziare le caratteristiche espressive di musiche, per altro basate su testi molto diversi, che possono apparire molto lontane dalle consuetudini di ascolto di un concerto moderno.
Organico: 12 voci, direttore