02Settembre2019
21,15
Museo di S. Marco (Biblioteca di Michelozzo), Piazza S. Marco, Firenze
FloReMus – Ensemble Sollazzo/ Firenze circa 1350
Musica al tempo dello sbocciare dell’Umanesimo
Musiche di Paolo, Donato, Giovanni e Lorenzo da Firenze, Francesco Landini
Ensemble Sollazzo
Perrine Devillers, soprano
Andrew Hallock, controtenore
Victor Sordo, tenore
Franziska Fleischanderl, salterio
Sophia Danilevskaia, viella
Roger Helou, organetto
Anna Danilevskaia, viella e direzione
Tra il 1350 e il 1400, la città di Firenze fu l’epicentro di una fioritura culturale che ha influenzato la cultura italiana fino ad oggi: l’architettura e le arti stavano subendo un cambio estetico, il dialetto toscano fu elevato a un linguaggio letterario da poeti come Dante, Petrarca e Boccaccio, e la popolazione di Firenze divenne eccezionalmente colta e ben educata.
Biglietti: Intero € 18 / ridotto € 12
Programma
PAOLO DA FIRENZE (ca. 1355-1436) Godi Firençe
DONATO DA FIRENZE (ca. 1350-1370) Come ‘l potes’ tu far (strumentale)
ANDREA DA FIRENZE (?-1415) Non più doglia ebbe Dido
FRANCESCO DEGLI ORGANI (Landini) (1325?-1397) Que cosa è quest’amor (strumentale)
ANONIMO Già la sperança
FRANCESCO DEGLI ORGANI O fanciulla Giulia
ANONIMO Lauda novela sia cantata
ANONIMO Peccatrice nominate
FRANCESCO DEGLI ORGANI Creata fusti o vergine Maria (cantasi come Questa fanciulla amor)
ANONIMO Benedicamus domino (cantasi come Ja Falla)
ANONIMO Già la sperança
NICCOLÒ DEL PROPOSTO (ca. 1350-1400) Nel meço già del mar la navicella
GIOVANNI DA FIRENZE (‘da Cascia’) (ca. 1340-50) Quando la stella
JOHANNES DE FLORENTIA (ca. 1360-14.5.1426) Quand’amor
ANONIMO Poi che veder non posso (strumentale)
FRANCESCO DEGLI ORGANI (Landini) Conviens’ a fede
LORENZO DA FIRENZE (?-1372/73) A poste messe
Si dice che in una tiepida mattina del 1389, nel giardino fiorentino chiamato “Il Paradiso”, Francesco degli Organi, famoso per le sue doti da virtuoso, accettasse la sfida di far ammutolire gli uccellini di fronte alla bellezza del suo suono di organo. Il compositore e poli-strumentista, cieco, era noto in città non solo per le sue prodezze musicali ma anche per le sue abilità retoriche e le visioni filosofiche. Francesco, rappresentante perfetto del nascente umanesimo assieme a compositori come Paolo da Firenze, Andrea Stefani e Giovanni da Firenze, era destinato a portare la musica del suo tempo all’apogeo. Tra il 1350 e il 1400, la città di Firenze era l’epicentro di una fioritura culturale che ha influenzato la cultura italiana fino ad oggi: architettura e arte stavano attraversando una fase di cambiamento estetico, il dialetto toscano veniva elevato a lingua della letteratura da poeti come Dante, Petrarca e Boccaccio, la popolazione fiorentina divenne estremamente colta e ben educata. La produzione di manoscritti, in particolare musicali, aumentò improvvisamente, creando non solo copie lussuose e ornate, realizzate con mani da professionisti, ma anche quelli che venivano definiti zibaldoni – quaderni di appunti personali, attraverso i quali possiamo godere di uno sguardo intimo sulla vita intellettuale della Firenze dell’epoca. La prima parte di questo concerto è dedicata a due dei maggiori compositori fiorentini: Paolo da Firenze e Francesco degli Organi, chiamato “Landini”. La loro musica è stata la più copiata e tramandata e adesso abbiamo accesso a buona parte del loro lavoro. Presenta un aspetto interessante: il mix tra tradizione e innovazione. Mentre Landini occasionalmente cita e imita le composizioni del suo contemporaneo Guillaume de Machaut, e Paolo a tratti usa elementi dall’Ars subtilior, una corrente musicale fiorita all’inizio del Quindicesimo secolo e notevole per la sua complessità ritmica, entrambi hanno combinato questi elementi con altri tipici del Trecento, come le melodie elaborate e ricche di fioriture. La parte centrale di questo concerto apre una parentesi e si rivolge alla musica sacra, ma non liturgica. La Lauda, un tipo di canto votivo, era diffusa a Firenze fin dal secolo precedente. Confraternite di credenti, noti come laudesi, si riunivano acquisendo influenza culturale e politica. Cantare insieme assunse un ruolo importante nelle loro attività, e presto le confraternite iniziarono a ingaggiare musicisti professionisti per supportare i loro canti di lode, rendendoli parte del “suono” della città. Mentre Peccatrice nominata, un canto monodico, fu composta esplicitamente per i propositi dei laudesi, e infatti fa parte di un laudario, altre lodi come Creata fusti o vergine Maria sono adattamenti di musica pre-esistente. Un brano profano di Francesco Landini in questo caso è stato usato per accompagnare un nuovo testo, una procedura nota come contrafactum o cantasi come. Nel caso di Creata Fusti, non è stata ri-usata solo la musica, ma anche parte del
vocabolario, la cornice delle rime e la struttura del testo. La musica, il testo e il rapporto tra essi trovano una nuova lettura attraverso il processo del contrafacta. Con l’ultima parte del concerto ci rivolgiamo al lavoro di Giovanni da Firenze e Vincenzo Da Rimini, compositori altamente influenti. Sono rappresentativi di uno stile di madrigale che era abituale in Italia e che si fa notare per le linee melodiche estremamente agili e ricche di fioriture. Questo gusto per il virtuosismo si palesa non solo nelle melodie, ma anche nel testo: l’uso di allegorie è un tratto distintivo dei madrigali, come nel caso del lamento Nel meço già del mar la navicella. A poste messe, il brano finale del programma, è una rarità: descrivendo in modo vivo una caccia, il testo si dipana in un canone non solo a due voci, come ci si poteva aspettare all’epoca, ma a tre. Questo tour de force compositivo riassume ciò che rende la musica del medioevo fiorentino così unica: un eccezionale virtuosismo in tutti i sensi, melodie suadenti e un modo di scrivere elegante e focoso al tempo stesso.