03Settembre2023
ore 19,15
Chiesa di S. Bartolomeo nella Badia a Ripoli, Via di Badia a Ripoli 5r, Firenze
FloReMus – CONCERT À BOIRE: L’Homme Armé Consort/Canticum novum
Il moderno che avanza e l’antico che si allontana
Musiche di G. Gabrieli, L. Marenzio, M. Da Gagliano, e altri
L’Homme Armé Consort
Elena Mascii , Katharina Montevecchi, soprani
Giulia Beatini, Elisabetta Vuocolo, alti
Luca Mantovani, Lorenzo Renosi, tenori
Rolando Moro, Lorenzo Tosi, bassi
Cecilia Iannandrea, organo
Direttore Fabio Lombardo
Ingresso libero.
Programma
C.Antegnati Deus in adjutorium meum a 8
(1549-1624)
M.da Gagliano Gabriel angelus a 5
(1582-1643)
G.Gabrieli Angelus Domini descendit a 8
(1557-1612) Hodie completi sunt a 8 (1615)
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L.Marenzio Kyrie dalla “Missa super iniquos odio habui” a 8
(1553-1599)
P.Lappi Decantabat Dominus Seraphim a 8
(1575-1630)
L.Marenzio Gloria dalla “Missa super iniquos odio habui” a 8
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G.Gabrieli Hodie Christus natus est a 8 (1615)
O magnum mysterium a 8 (1597)
L.Marenzio Jubilate Deo a 8
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Il programma presenta una piccola selezione di brani a doppio coro (ad eccezione di uno) appartenenti con molta probabilità ad un periodo di circa 20-30 anni a cavallo tra XVI e XVII secolo, anni in cui le composizioni a doppio coro si erano enormemente diffuse sia in Italia che in varie parti d’Europa.
Pochi autori italiani legati ad alcune città: Firenze, in cui hanno operato Marco da Gagliano e per qualche tempo anche Luca Marenzio, ma che ha dato i natali a Pietro Lappi; Brescia, dove ha operato quest’ultimo, ma dove si era formato Marenzio, e dove era nato e operava il famoso organaro-compositore Costanzo Antegnati; Roma, dove Marenzio ha svolto gran parte della sua carriera, prima di emigrare (forzatamente?) a Varsavia pochi anni prima della morte; Venezia, dove ha operato Giovanni Gabrieli, ma anche centro dell’editoria musicale, e quindi crocevia e centro di irradiazione anche per gli altri autori.
Le musiche scelte manifestano chiaramente alcune tendenze dell’epoca: l’intelligibilità della parola, ottenuta con un andamento sillabico e con una frequente omoritmia (declamazione sincronica del testo) ma anche con una condotta melodica per certi aspetti semplificata, che risente degli influssi della coeva monodia; l’antica “lingua” del contrappunto ormai orientata, anche grazie alla enorme diffusione della scrittura madrigalistica, alla creazione di un nuovo spazio sonoro, dialogico, in cui i cui i procedimenti imitativi si spostano simmetricamente da un coro all’altro. I testi sono per lo più legati alla liturgia del Natale e quindi al tema della nascita. Il tutto modulato con organici vocali e strumentali che all’epoca seguivano le disponibilità del momento e dell’occasione, insieme a forme di spazializzazione sonora oggi dimenticate.
Fabio Lombardo