10Settembre2022
19,30
Chiesa di S. Maria a Peretola, Piazza Garibaldi 12, Firenze
FloReMus – CONCERT A’ BOIRE: Ensemble Harmonia cordis/Il sacro splendore nel Castello Sforzesco
Milano e la polifonia di Weerbeke e Gaffurio tra corte e cattedrale
Ensemble Vocale Harmonia Cordis
Giuditta Comerci, Nancy Garcia Siurob, Nicoletta Ranieri soprani
Antonietta Carta, Simona Di Martino, Isabella Di Pietro, Fabrizio Vaccari contralti
Giovanni Tarchi, Manlio Tassella tenori
Roberto Battista, Alberto Cavalli bassi
Stefano Bellucci, Nicolas Vietti tromboni
Cesare Pierozzi bombarda
Oreste Calabria organo portativo
Direttore Vladimiro Vagnetti
Ingresso libero
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Pogramma
Franchino Gaffurio (Lodi, 1451 – Milano, 1522) O Jesu dolcissime
Gaspar van Weerbeke (Oudennarde, ca. 1445 – Mainz, 1516) Motetti missales Quam pulchra es a 4
Loco introitus Quam pulchra es
Heinrich Isaac (Fiandre, ca. 1450 – Firenze 1517) Missa la bassa danza a 4
Kyrie. Christe. Kyrie
Gaspar van Weerbeke Loco Offertorii O pulcherrima mulierum
Loco Sanctus [pars II: ad Elevationem] Ave regina caelorum mater
Heinrich Isaac Missa la bassa danza a 4
Sanctus
Gaspar van Weerbeke
Loco Agnus Mater Patris filia
Loco Deo gratias Tota pulchra es
Franchino Gaffurio Benedicamus Domino
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Una messa completa, quella di Gaspar van Weerbeke, per la quale però non si sente cantare Kyrie eleison, Credo in unum Deum, Benedictus, ma testi “alternativi”; sarà intrecciata a brani di un’altra messa completa, di Heinrich Isaac, in questa occasione senza testi anch’essa: solo strumenti. Entrambe scritte per la Cappella Ducale di Milano dai suoi compositori di corte, cappella tra le più prestigiose d’Europa fortemente voluta da Galeazzo Maria Sforza e mantenuta e ampliata dal figlio Gian Galeazzo e da Ludovico il Moro. Entrambe riprese da Franchino Gaffurio, coevo maestro di cappella del Duomo di Milano del quale si celebra il V centenario della morte, per i “Quattro libroni del Duomo”, che raccolgono parte del repertorio allora in uso tra Castello e Cattedrale: una musica luminosa, ricca, solenne. Splendida: come doveva essere e figurare quella corte di Milano che è stata imprescindibile termine di paragone per tutta Europa per quasi un secolo e che in qualche modo resta, o dovrebbe restare, memoria e misura per l’odierna metropoli dall’alto dei suoi torrioni.